Bologna, 5 febbraio 2025 – No, stavolta non trattiamo di notizie belliche, invasioni e via dicendo.
Questa volta il guerriero sannita protagonista della storia non può fare più alcun male.
Anche se il ragazzo era tutto tranne che un seguace di Ghandi: vedi la tunica insanguinata che porta attorno, a mò di trofeo.
Ma lì, nell’affresco del IV secolo a.C. scoperto a Capua nel novembre del 1871 ormai è solo da ammirare.
Monta a pelo un finissimo sauro dalla testa piccola e gentile: sembra quasi di vederli trottare ancora pieni di adrenalina dopo chi ssà quale duello.
Il frammento di tufo intonacato del guerriero fu inizialmente acquistato per la collezione privata della famiglia Doria.
In seguito, tramite la mediazione dell’archeologo e mercante d’arte Wolfgang Helbig lo comprò il museo dell’Università di Tarfu in Estonia, che allora faceva parte dell’Impero zarista.
Dopo la rivoluzione del 1917 l’affresco andò al Museo d’arte regionale di Voronezh intitolato a I.N. Kramskoj.
Sinora non era mai stato esposto al pubblico a causa del suo cattivo stato di conservazione e della sua fragilità intrinseca.
Dopo un attento restauro è ora visibile, per la prima volta, al Museo per le Belle Arti Puskin di Mosca.
Ci immaginiamo che la ‘storia’ del guerriero dai riccioli neri racconti di un duello: non porta elmo nè armatura, e si prende il tempo di farsi grande portando in giro le spoglie dell’avversario sconfitto.
Che a giudicare dalla tunica sembra fosse un romano: il che non stupisce, visto che l’età dell’affresco si colloca esattamente all’inizio della prima delle tre guerre sannitiche.
Proibito pensare a qualsiasi riferimento ai tempi moderni riguardo alla scelta del Museo Puskin di esporre adesso proprio questo reperto storico: sarebbe inutile dietrologia.
Che poi, cosa si potrebbe elucubrare?
Il trionfo di un eroe appartenente a un popolo orgoglioso e guerriero che diede filo da torcere per più di mezzo secolo alla Repubblica Romana, per poi alla lunga venire sconfitto e assorbito dall’avversario?
Neanche in un polpettone pseudio-storico di serie B, dai.
Il restauro dell’affresco è avvenuto tra il 2023 e il 2024 presso il Centro scientifico panrusso di arte e riproduzione Grabar.
“Questo dipinto ha una freschezza sorprendente e permette di sentire letteralmente il movimento del pennello dell’antico maestro, di percepirne la sua presenza”, ha detto il responsabile del restauro, Alexander Gormatyuk.
“E’ come se questo cavaliere sannita tornasse dalle profondità del tempo, quando vide la luce, due millenni e mezzo fa, grazie a un anonimo maestro. Ed ora compare davanti ai visitatori quasi nella sua originale vividezza di colori”, affermano i responsabili del Museo Pushkin.